Déjà vu

Déjà vu

deja vu squoosh twin

deja vu

 

Déjà vu squoosh twin

Tra il fantastico ed il reale, si energizza sogno empirico

 

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Nell’Immenso universo imperioso
roteano astri da tempo memorabile
in uno spazio sconosciuto e misterioso
si perdono ere in un passato inenarrabile

Affascinato da si tanta immensità
s’alza al cielo sguardo con ammirazione
vagando con fantasia alla ricerca di verità
nell’infinito cerca nesso per comparazione

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Ha voglia di conquista onirico bisogno
portando Immaginario in mondo erratico
vuole giungere a meta coronando sogno
tra spazio e tempo cerca attimo statico

Depone lascito nel tempo ogni vissuta ora
allontanandosi con fermento dal passato
Visione del futuro da passione si indora
portando ogni passo in luogo prefissato

Di empirico si nutre coscienza
brancolando nel buio di invisibile futuro
Istiga spirito alla ricerca di conoscenza
ostentando con chimere un viatico sicuro

Lasso di tempo da miraggio devoluto
si mostra compiuto e veritiero
appare d’incanto in un Déjà vu evoluto
comparando visione anelata dal pensiero

Trasporta il pensare nell’attimo già vissuto
elaborando metafisico sogno reminiscente
Rialloca in luogo già visto e conosciuto
dando vita a mistero profetico nascente

Trascende anima in un mondo agognato
ritrova nel presagio un frammento compìto
Addentrando il passo in luogo sognato
ridisegna un affresco di vita sopìto

Nuovo scenario pseudo incanto proietta
si inoltra coscienza in spazio temporale
all’appariscente Déjà vu si assoggetta
mescendo vita già vissuta col surreale

Rivisitato attimo di vita emozionale
connette remoto tempo con il presente
Dando lustro a miraggio irrazionale
si bea animo da visione empirica nascente

Déjà vu squoosh twin

 

savino

musica di sottofondo
Déjà Vu = Enigma

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Déjà vu  (ricerca da Wikipedia)

L’esperienza del déjà vu è accompagnata da un forte senso di familiarità, ma di solito anche dalla consapevolezza che non corrisponde realmente ad una esperienza vissuta (e quindi si vive un senso di “soprannaturalità”, “stranezza” o “misteriosità”): l’esperienza “precedente” è perlopiù attribuita ad un sogno. In alcuni casi invece c’è una ferma sensazione che l’esperienza sia “genuinamente accaduta” nel passato Il déjà vu sembra essere un fenomeno molto comune. In una ricerca del 2003 Alan S. Brown, psicologo alla Southern Methodist University, stima che il 60% della popolazione abbia avuto un’esperienza di déjà vu almeno una volta nella vita

Il déjà vu 

Negli ultimi anni, è stato oggetto di vari studi ed esperimenti psicologici e neuropsicologici. La spiegazione più accreditata, secondo gli scienziati di questi campi, è che il déjà vu non è un atto di “precognizione” o di “profezia”, ma è in realtà un’anomalia della memoria; è l’impressione di “richiamare alla memoria” un’esperienza che è falsa. Ciò è confermato dal fatto che nella maggior parte dei casi il senso di “reminiscenza” nel momento del déjà vu è forte, ma alcune circostanze dell’esperienza “precedente” (quando, dove e come è accaduta) restano incerte.

Allo stesso modo, col passare del tempo, dei soggetti possono mostrare un ricordo forte di aver avuto lo “sconvolgente” déjà vu, ma uno debole o nullo dei dettagli dell’evento/i che stavano “ricordando” quando hanno avuto il déjà vu, e, in particolare, questo potrebbe risultare da una sovrapposizione tra i sistemi neurologici responsabili della memoria a breve termine (eventi che si percepiscono come presenti) e quelli responsabili della memoria a lungo termine (eventi che si percepiscono come passati). Con il termine déjà vu si intende paramnesia, ovvero un ricordo errato o inesatto ed impropriamente localizzato nella dimensione spazio-temporale.

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  • 1. Teorie neurologiche. Si tratterebbe di una epilessia breve e circoscritta che causa una disfunzione del sistema nervoso. Il medico austriaco Josef Spatt ha collocato la sede nella corteccia paraippocampale (in particolare nel giro paraippocampale e nelle sue connessioni con la neocorteccia), associata con la capacità di giudicare la familiarità. L’ipotesi sembra supportata da evidenze sperimental perché, al verificarsi del fenomeno, l’attivarsi della corteccia paraippocampale può essere escluso selettivamente dal funzionamento normale di altre strutture cerebrali (la corteccia prefrontale e l’ippocampo propriamente detto), legate alle funzioni mnemoniche e cognitive.

 

  • 2. Teoria del processamento duale. Pierre Gloor spiegherebbe il deja-vu come una momentanea e rara (o, per i suoi studi su pazienti cronici, patologica) disattivazione del sistema di recupero della memoria – distinto e indipendente da un altro sistema amnestico di sensazione di familiarità, che rimane attivo e causa il fenomeno (“sto già vedendolo, so che l’ho già visto, ma non riesco a recuperarlo”).

 

  • 3. Teoria attenzionale. Una interruzione (un “black out” o un “reset”) nella continuità dell’attenzione causerebbe un riprocessamento dell’informazione. L’interruzione ne avrebbe fatto dimenticare la presenza e non è consapevole; la percezione – o meglio la sensazione della percezione – invece permarrebbe attraverso un altro canale non cosciente. Da qui la sensazione di familiarità (“l’ho già visto un attimo prima”)

 

  • 4. Teorie amnestiche. All’interno del campo di attenzione ci sarebbe un elemento appartenente a un ricordo realmente memorizzato (e probabilmente avvenuto); questo elemento però, a causa di un errore di memoria per cui non si riesce a richiamare anche il contesto complessivo, sarebbe sufficiente a richiamare la sensazione di familiarità

Sognicontinua lettura

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Collegamenti a disturbi mentali…continua lettura

 

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