La montagna

Montagna…

S’aggrappano a guglie e massi pensieri che fan sentire persi
il silenzio, che dall’eco parla, d’incanto li ha dispersi

 

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In cristalli il gelo trasforma la pioggia

bianca la neve sulle sue vette s’appoggia

dai suoi declivi scivolando il manto verde la imbella

s’alza un grido di marmotta che a lei fa da sentinella

Dalle acque che di chiarezza sembrano specchio

rimirante il cielo fa vedere un piccolo spicchio

Pur nella solitudine il pensiero non riesce a sentirsi solo

stridula come un’aquila nel suo libero e felice volo

Quel ritrovarsi tra le silenti vette

quiete e beatitudine  trasmette

nell’alternarsi di paesaggi ora grigi ora rinverditi

beandosi gli occhi, di colori naturali son serviti

Non si affatica l’anima nella pace a rigenerarsi

canta con il vento nei silenti pianori per  sollevarsi

Si evince la fragilità dell’uomo al suo cospetto

aspirandone l’aria fresca si rigenera il petto

si inerpicano  salendo  alle alte vette i passi

s’aggrappano i deboli pensieri tra guglie e massi

tormenti e paure che li fanno sentire persi

il silenzio che dall’eco parla, d’incanto li ha dispersi

 

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Sui tuoi fianchi il sole si addormenta…

gelida riprende la tormenta.

A valanga i tuoi ghiacciai sciogli

in mille rivoli scroscianti li raccogli,

ora cascata imponente

poi torrenti impetuosi

scivolanti in percorsi sinuosi

sino a valle, in un ritmo travolgente.

 

Il rotolar d’un sasso

risuona in un eco distante.

Pur se il petto è ansante

s’inerpica sicuro il passo,

nell’andar per sentieri tortuosi

fino a pianori ariosi,

là dove lieve il vento,

sembra cantar un suo lamento.

 

E’ sera,

nel rifugio intanto

un coro intona un antico canto.

si addormenta il corpo e sogna…

Sogna il raggiunger di vette, che ogni uomo agogna...