Tra cielo e mare
Serena Costa…
Genova 4 novembre 2011
di coraggio, si inebriava l’ultimo suo gesto
salvando vita fraterna da precoce arresto
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Non c’era differenza tra cielo e mare
sembrava invero un diluvio universale
Ferma la barca senza nocchiero
Prua era al riparo dall’onda tumultuosa
Sventagliate dal vento della tempesta
s’alzavano onde come in danza mesta
Guardava dalla finestra il suo mare
non le era mai parso così limaccioso
Appannava i vetri con il rifiatare
vedere non voleva quel che sembrava minaccioso
Un sospirato nuovo sole voleva pensare
L’allegria i suoi acerbi vent’anni perorava
Futuri scenari erano bozze da disegnare
promessi sogni il pensare li indorava
Nell’aprirsi le cataratte del cielo
scrosciante e copiosa facevano la pioggia
Riempiendo ogni vuoto di insolito rumore
picchiettio incessante creava timore
Moriva la notte per dar luce al giorno
la città riprendeva vita solita tutt’intorno
Martoriante invadeva la strada la pioggia
Acque reflue e fangose riempivano la roggia
Non aveva più letto nella sua piena il fiume
scorreva per ogni dove insinuandosi con lacume
Sentiva lo scrosciare dell’acqua incessante
nell’affrettarsi il respiro si faceva pesante
infreddolita muoveva i passi nell’andare incerto
il vento gelido fustigante soffio le aveva inferto
Era giunta ove il tempo aspettava con pretesa
l’ora voluta dal destino non era disattesa
Invadendo corpo che vita cercava anelante
fango ed acqua ordivano attimo raggelante
Alzando ancor gli occhi al cielo non lo vide più così scuro
Risentì il rumore del suo mare, ora era più calmo e sicuro
Lasciando il suo corpo nel fango s’involò tra cielo e mare,
muovendo le sue ali d’angelo, Serena imparava a volare
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Tra cielo e mare = sottofondo musicale
Aquatic Dance = Vangelis
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