Lo spaventapasseri
Sono sempre più rari gli spaventapasseri nei campi
°°°°°
Sono nato come spaventapasseri, quasi dal niente
due rami presi dal vecchio albero di noce,
le braccia allargate come in croce,
vestito con pantalone e giacchetta striminzita,
e una vecchia camicia a quadri lisa e sdrucita,
Per testa una zucca, per capelli la paglia bionda,
chiunque vedendomi avrebbe perso la trebisonda,
Di traverso il cappello mi dava un bell’aspetto,
mi mancava solo la parola, per il resto ero perfetto
Sollevato e portato in mezzo alle spighe in un lampo,
impiantato al centro dello scenario, dominavo tutto il campo,
il mio compito era semplice, dovevo far paura e spaventare,
lo svolazzare furtivo di ingordi uccelli predoni dovevo sventare,
Che bella sensazione avere di fronte uno scenario particolare,
papaveri e fiordalisi coloravano un paesaggio spettacolare
.
Le spighe bionde ondulavano smosse dal vento,
sembravano come inchinarsi in ringraziamento,
al calar del sole, con la sera la notte a braccetto andava
olezzante il profumo diffondendosi l’aria rasserenava
alla luna con un quarto gli piaceva mettersi di traverso
argentando la radura la faceva preziosa per ogni verso
Padrone assoluto in quel campo incutevo timore
qualcuno osava avvicinarsi con un po’ di tremore
non era il coraggio ma, il bisogno che li spingeva
li lasciavo fare la pietà mi costringeva
chiudevo un occhio facendo finta di niente,
diventammo amici e per me fu conveniente
Impalato in quel campo non potevo vedere molto di sicuro
di quel che avveniva nel mondo, restavo all’oscuro
loro volando le notizie potevano apprendere
spettegolando, sul mio braccio le venivano a rendere
La modernità avanza con il rinnovamento
decisione univoca impone cambiamento
soppiantato il vecchio, con nuovi concetti
l’andar in pensione bisognerà che si accetti
Or con mezzi moderni si coopta la sorveglianza
purtroppo e con malcelata doglianza
lo spaventapasseri sparisce dal reale
diventando un nostalgico ricordo museale
.
La nostalgia è una brutta canaglia,
stando in disparte ti prende e ti attanaglia,
non posso fare a meno di ripensare a quel che ero
di tutto ciò che ho fatto, nel mio campo, ne sono fiero
Da giovane alla pensione si pensa ogni momento
di andarci, non si vede l’ora con sfinimento
quando arriva il tempo della quiescenza
non poco si abbatte la coscienza
Lasciare un mondo pieno di fervore
per anni vissuto con doveroso ardore
provoca un po’ di malcelata malinconia
percorrenze diverse avrà la nuova via
Relegato in un angolo, praticamente messo in disparte
dicono “hai lavorato hai già fatto la tua parte”
va dato spazio a un ricambio generazionale
il futuro vuole idee nuove e baldanza emozionale
Come non essere d’accordo è in piena condivisione
ma permettetemi di avere un po’ di commozione
sentirsi da un giorno all’altro “ex” fa sensazione
Rimanere qui nell’ombra sento che non mi fa bene
la mia gamba, comincia a tarlarsi, mi fa sentire le pene
la mia zucca un po’ alla volta si sta svuotando
tutto il mio ardore sta pian piano scemando
così ridotto nessun passero spavento
la evidente distruzione finale rasento
credo che dovrò darmi una mossa
se non voglio finire nella fossa…
spaventapasseri
musica di sottofondo
Tayna = di Didula
Grazie per la tua visita…
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