Strenne natalizie
Strenne natalizie rinnovando antichi riti infondono gioiosità
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Non macina più allo stesso mulino acqua che scorre
costretta a proseguire la sua via naturale percorre
Il tempo lascia in visione un solo attimo breve
fuggevole istante che il passato prendersi deve
Trastullo di felice momento non riesce a sfocare
in posto recondito di mente si va ad allocare
Migra esistenza di avvenimento in avvenimento
preziose chicche cerca con discernimento
Esplorato è del passato ogni piccolo anfratto
da minuziosa ricerca l’attimo fulgido viene estratto
Rifulgenti riappaiono le natalizie feste infanti
non si perdono ricordi di vissuti magici istanti
Con il dono di strenne natalizie si ripete gioioso rito
rinnovo di regalia di anno in anno viene esperito
Di era in era usanza tramanda gesti e parole
riporta in auge antichi dettami per nuova prole
Prendono posto nella grotta il bue e l’asinello
mangiatoia con paglia attende arrivo di bambinello
Madonnina e San Giuseppe sono chini in orazione
luccica stella cometa indicando luogo di adorazione
Su alberello brillano una miriade di lucine colorate
sotto luccicano pacchettini con carte indorate
Si spegne e riaccende fioca luce intermittente
brillio di pacchi infiocchettati rischiara buio latente
Momento propizio dimentica problemi del vivere quotidiano
senso di idilliaca armonia si diffonde di meridiano in meridiano
Cuori in pace e ritrovata concordia mondo unisce ed affratella
gaiezza si sofferma nell’animo fino allo spegnersi di cometa stella
Auguro che il tempo, di regalarvi un futuro gioioso sia capace
facendo restare a lungo nei vostri cuori, la sensazione di pace
Buon Natale
Strenna
regalo che si fa in occasione di solenni festività annuali, come il Natale
Tale usanza discende dalla tradizione dell’antica Roma che prevedeva lo scambio di doni augurali, durante i Saturnalia, ciclo di festività romane che si svolgevano dal 17 al 23 dicembre, in onore del dio Saturno, e precedevano il giorno del Sol Invictus. Il termine deriva dal latino strena, vocabolo di probabile origine sabina, con il significato di “regalo di buon augurio”.
Secondo Varrone, l’uso della strenna adottato già dalla prima fondazione dell’Urbe, istituito da Tito Tazio che per primo colse, quale buon auspicio per il nuovo anno, il ramoscello di una pianta (arbor felix) posta nel bosco sacro alla dea Strenia; dalla quale derivò il termine strenae per i doni di vario genere, anche monete, da scambiarsi nelle festività dei Saturnalia.
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In campo editoriale, nel XIX secolo, la strenna indicava una raccolta di componimenti in prosa e poesia che veniva posta in vendita a capodanno. Da questa consuetudine deriva la definizione “strenne editoriali” o “libro strenna” per le pubblicazioni poste sul mercato nella prima settimana di dicembre, al principale scopo di fungere da tradizionale regalo per le festività natalizie.
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